I Maestri costruttori

Benedetto Di Fiore

Nasce a Scapoli nel 1886. La seconda decade del Novecento lo vede emigrato negli Usa, da cui fa ritorno nel 1920, anno in cui viene alla luce il primo figlio Ettore, che continuerà la tradizione familiare legata alla costruzione di zampogne. Si dedica all’agricoltura ma trascorre molte ore nella sua bottega di falegname. Negli anni ’30, a Villa Latina, località del versante laziale delle Mainarde, entra in contatto con i costruttori di zampogna locali e ne apprende le tecniche di costruzione. Da autentico estimatore e animato da grande passione, arriva a costruire il suo primo strumento musicale, zampogna che è oggi esposta in una delle teche del Museo della Zampogna di Scapoli. Da quel momento la sua casetta in località Cannine di Fontecostanza diviene meta di un numero sempre più elevato di suonatori di zampogna – dal Molise ma anche dalle regioni limitrofe. Infatti nell’approssimarsi del periodo di Natale, quando da tempo immemore dall’area mainardica (Castel-nuovo al Volturno, Villa Latina, San Biagio Saracinisco) gli zampognari partivano per destinazioni vicine ed anche lontane per accompagnare le novene, la sua bottega era un passaggio obbligato per i tantissimi che vi giungevano per accordare i propri strumenti.

Suonatore egli stesso, raggiungeva nei periodi natalizi le aree del napoletano con particolare predilezione per Mercato San Severino (SA). Paese di elezione molisano era invece Civitanova del Sannio, dove era atteso come il Natale nello stesso periodo.

A Castelnuovo al Volturno sono ancora conservate zampogne perfettamente funzionanti di questo grande maestro dell’arte zampognara. Leggendarie la sua affabilità e la sua magnanimità: a Scapoli tutti ricordano infatti che, essendo Benedetto un gran produttore di vino, fosse sua  abitudine e segno di ospitalità offrirne  in quantità a quanti passassero per quei luoghi e per la sua bottega.

Fino al 1965, anno della sua morte, Be-nedetto ha lasciato Scapoli soltanto in occasione delle novene natalizie  e nel periodo in cui anch’egli, come tanti scapolesi, ebbe a subire il forzato sfollamento imposto dall’esercito tedesco in ritirata durante la seconda guerra mondiale. Questo riconosciuto Maestro della zampogna ha lasciato un immenso patrimonio in termini di conoscenze ai suoi allievi: dal figlio Ettore al futuro genero Luciano Di Fiore e a Gerardo Gua-tieri, costruttori – per così dire – di seconda generazione ma unanimamente acclamati grandi maestri costruttori.

Gerardo Guatieri

Gerardo Guatieri nasce a Scapoli il 18 gennaio 1920 e muore il 20 giugno 2004. Dopo la guerra, tornato in paese, “rubò” il mestiere ai fabbricanti di zampogne che prima di lui avevano avviato tale attività, superandoli in maestria. Nonostante le sue modeste conoscenze musicali, è stato indubbiamente il più famoso e stimato fra tutti i costruttori di zampogne in Molise ed in Italia. In oltre mezzo secolo Guatieri ha costruito centinaia e centinaia di ottimi strumenti musicali, che ha venduto in Italia e nel mondo. Soprattutto quelli realizzati durante gli anni Ottanta e Novanta sono eccellenti per qualità sonora e per caratteristiche estetiche, ricercando egli infatti costantemente il progresso delle tecniche migliorative, senza tuttavia perdere di vista gli elementi fondanti delle antiche pratiche artigianali che, per secoli, hanno consentito la sopravvivenza degli aerofoni ad ancia. Per sue convinzioni Guatieri non ha mai realizzato «zampognelle souvenir» né mai accettato di svendere la propria opera lavorativa né la sua sapienza popolare. Nel 1990 Febo Guizzi collocò Gerardo Guatieri tra i protagonisti della cultura musicale folklorica in Italia, riconoscendolo “[…] di gran lunga il più noto ed apprezzato tra i costruttori di zampogne laziali-molisane, anche tra gli specialisti, e il più conosciuto costruttore in genere di zampogna […]”.

Luciano Di Fiore

scapoli_luciano-di-fioreNasce a Scapoli il 15 febbraio 1924, trascorrendovi tutta la propria vita, di contadino prima e contadino-artigiano poi, dopo essere stato per pochi anni emigrante prima in Svizzera, poi in Germania. A 12 anni inizia a suonare la zampogna, una “28” comprata usata dal costruttore Benedetto Di Fiore del quale, nel 1947, sposerà la figlia Antonia Anna. Alla fine degli anni ’60 inizia invece a costruire zampogne, prima cimentandosi con strumenti di piccolo formato, in seguito con le “zoppe” e infine con le zampogne “a chiave” nei diversi modelli, conquistandosi negli anni un posto di tutto rispetto tra gli artigiani costruttori di zampogna e contribuendo a diffonderne uso e conoscenza. Molto disponibile nel trasmettere i segreti della propria arte a chi volesse apprenderli, ha anche insegnato le tecniche costruttive ed esecutive nei corsi organizzati a Scapoli nei primi anni ’80 dall’ENAIP e nel 1999-2000 dal Circolo della Zampogna nell’ambito del PAL  “Vivere con la Zampogna”.

Non ha mai smesso anche l’attività di suonatore, recandosi ovunque sia in Italia che all’estero. Muore il 17 agosto 2003 a Scapoli. La sua tradizione è oggi continuata dal figlio Paolo.

 

Ettore Di Fiore

scapoli_ettore_di-fioreNasce a Scapoli nel 1920 morendovi nel 1996. Sin da bambino apprende dal padre Benedetto l’arte della costruzione sia della zampogna che delle ance. Contadino-artigiano e suonatore di zampogna nel periodo na-talizio, è nella bottega paterna che Ettore Di Fiore si perfeziona nell’arte della costruzione della zampogna. Chiamato alle armi nel ’39, è inviato in Albania come carabiniere, rimanendo nell’esercito sino al 1945 quando, tornato a Scapoli, sposa Letizia Pitisci della frazione Sodalarga, vicina a Fontecostanza. Congedatosi in ultimo, preferisce rimanere a Scapoli piuttosto che emigrare in Canada, ove era stato richiamato da un suo parente. A questo periodo risale la sua  trentennale amicizia con lo zampognaro “Primiano” di San Polo Matese, il quale era solito essere ospite di Ettore per molti giorni prima della comune partenza per le novene: si racconta infatti che l’uomo giungesse da San Polo Matese, in corriera, con il suo carico di strumenti da aggiustare ed accordare e che tali strumenti affidasse nelle mani di Ettore, il quale tutto aggiustava e sistemava prima della partenza. Proprio ad Ettore Di Fiore e all’allora sindaco di Scapoli Pasquale Vecchione si deve la nascita della prima Mostra-Mercato del-la Zampogna nella prima metà degli anni ’70. Numerosi negli anni i riconoscimenti tributati ad Ettore, tra cui interviste rilasciate alle reti televisive nazionali e fotografie che lo ritraggono nel-la sua bottega e riportate sul calendario na-zionale dei maestri ar-tigiani della INA As-sicurazioni.

 

Palmerino Caccia

scapoli_caccia_palmerinoRitenuto il più esperto costruttore di ance per zampogna e ciaramella, nasce a Scapoli il 15 dicembre 1913. Carpentiere di professione e abile innestatore di viti ed alberi da frutta in genere (gran parte degli stessi alberi delle frazioni di Scapoli reca l’impronta della sua “arte incisoria”), uomo di grande curiosità e collaboratore del cognato Gerardo Guatieri, Palmerino Caccia ha costruito per lui nel corso degli anni ance sempre più perfette tanto da diventare il punto di riferimento e rifornimento per i musicisti non solo dell’area mainardica ma dell’Italia intera. Dato, questo, di enorme rilievo per il fatto che l’ancia è la parte della zampogna – ma ancor più della ciaramella – più soggetta ad usura e dunque i musicisti abbisognano di continui ricambi. Ecco allora Palmerino Caccia che nel ricordo degli scapolesi è colui che settimanalmente preparava pacchi di ance per spedirli via posta in ogni angolo della penisola prima e, in seguito, anche in Europa. Con l’avvento delle ance di plastica, tuttavia, la produzione di quelle in canna è stata ridotta, per quanto i migliori musicisti continuino ad avvalersi di tali ance perché esse garantiscono una estensione  sonora  migliore sia nella alte che nelle basse frequenze. Palme-rino Caccia, ad ogni modo,  non si è mai votato all’ancia di plastica, il cui suono decisamente disdegnava. Il nipote Nino Izzi, che ne ha raccolto l’eredità, racconta infatti che il nonno raggiungesse, anche negli ul-timi anni di vita, le coste del Tir-reno, in particolare il litorale tra Gaeta e Formia, per raccogliere di persona  le canne che – seccate e la-vorate – si sarebbero trasformate nelle sue abili mani in ance per zampogne. Non si è mai allontanato da Scapoli, ove muore il 14 marzo 1991.