La storia

Scapoli è un Comune molisano del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, situato a 611 metri sul livello del mare, adagiato su un colle cinto alle spalle dalle imponenti cime delle Mainarde.

Il territorio comunale, esteso per circa 1600 ettari, confina ad est con i comuni di Rocchetta a Volturno e Colli a Volturno, a nord con Castel San Vincenzo e a sud e ad ovest con Filignano.  Comune decorato di Medaglia d’Argento al Merito Civile, è stato insignito nel dicembre 2010 dell’importante riconoscimento di “Bandiera Arancione” del Touring Club Italiano e nel 2012 del prestigiosissimo “Diploma d’Europa” assegnato dall’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa di Bruxelles.

L’origine del nome dell’abitato potrebbe risalire al termine latino scopulus (rupe, masso, vetta rocciosa) o anche a scapulae (dorso, declivio di un monte).

Nell’VIII secolo, come si apprende dal “Chronicon Vulturnense” del Monaco Giovanni, responsabile dello scriptorium della vicina Abbazia di San Vincenzo al VolturnO, Scapoli era una terra inospitale il cui territorio era per lo più montuoso. Nel 980 nell’attuale territorio scapolese esisteva già una Chiesa intitolata a San Pietro d’Itria, ma solo nel 982, quando i monaci benedettini dell’Abbazia di San Vincenzo al Volturno avevano già intrapreso l’opera di incastellamento del proprio esteso territorio, sorge il castrum Scappili (“homines conduxit et habitare fecit in Castro Scappili”) in seguito ad un contratto di fondazione con quattro livellari chiamati a dissodare e a mettere a coltura il territorio.  Sul finire del X secolo vi giunsero altri coloni provenienti da Valva (Sulmona).

Fino al 1325, nel periodo della dominazione angioina, Scapoli appartenne all’Abruzzo Citra (Chieti): era infatti uno dei castra venduti a Camillo Pandone nel 1382 per restaurare il Monastero di San Vincenzo al Volturno.  Nella seconda metà del XVI secolo appartenne alla famiglia Bucciarelli, nel 1604 passò ad Innico di Grazia, barone di Cerro che poi lo cedette a Tommaso Calvo; sul finire del 1700 fu la volta dei Cestari, ritenuti un ramo della famiglia Acerbo d’Aragona, fino ad arrivare ai Marchesi Battiloro (XIX secolo) .

Entrato a far parte della Terra di Lavoro, dal 17 febbraio del 1861 Scapoli fu compreso nel territorio molisano. In questo stesso periodo sia Scapoli sia il comprensorio mainardico molisano, laziale e campano furono interessati dal  fenomeno del brigantaggio, nato come reazione all’occupazione piemontese, che ebbe nel brigante Domenico Coia, originario di Castelnuovo al Volturno, uno dei capi più importanti. A cavallo tra il XIX e il XX secolo Scapoli, come altri comuni dell’Alta Valle del Volturno, risentì di un forte flusso migratorio che portò nel giro di qualche decennio ad una considerevole emorragia demografica. In epoca fascista il Comune venne aggregato a Colli a Volturno per riacquistare nel 1946 la propria autonomia. A Scapoli, nella primavera del 1944, fu costituito il Corpo Italiano di Liberazione che diede l’avvio alla rinascita dell’Esercito Italiano dopo l’armistizio.

Proprio le notevoli e importanti vicissitudini avute dalla popolazione scapolese durante l’ultimo conflitto mondiale sono alla base della motivazione del conferimento della Medaglia d’Argento al Merito Civile che nel 2007 è stata concessa dal Presidente della Repubblica: “Centro strategicamente importante, situato sulla “linea Gustav”, durante l’ultimo conflitto mondiale si trovò al centro degli opposti schieramenti, subendo feroci rappresaglie, razzie e barbarie da parte delle truppe tedesche e marocchine che provocarono vittime civili e la devastazione del patrimonio edilizio ed agricolo. La popolazione seppe reagire con dignità agli orrori della guerra, dando un ammirevole esempio di amor patrio e di spirito di libertà.”